* I MOSTRI NELLA LETTERATURA FANTASTICA *

Il ritrovamento nel 2018 di un calamaro gigante, ormai giunto al termine del proprio ciclo vitale, spiaggiato nei pressi di Wellington in Nuova Zelanda e più di recente, nel 2020, quello rinvenuto sulla Golden Mile Beach, nella baia di Brittania, in Sudafrica, riportano alla mente i racconti leggendari che parlano di "mostri marini".
Tra questi uno dei più suggestivi nonché letali per i naviganti è il Kraken (Calamaro Gigante o "Calamaro Colossale" del genere "Architeuthis") della mitologia norrena, un mostro marino utopico dalle dimensioni abnormi, rappresentato generalmente come un gigantesco cefalopode, che vide l'evolversi del suo mito nel periodo storico che va dal XVII al XIX secolo.
La leggenda si basa su reali avvistamenti di "Calamari Giganti" o "Calamari Colossali" avvenuti in tale epoca, ne è un esempio lo scritto del vescovo danese Pontoppidan datato 1752 "Storia naturale della Norvegia" nel quale il prelato dichiara di aver visto un animale di eccezionali dimensioni descrivendolo così: "Una bestia di un miglio e mezzo di lunghezza, che se afferrasse la nave da guerra più grande del mondo sarebbe in grado di trascinarla sott’acqua...Vive appostato sui fondali marini e sale in superficie solo quando è riscaldato dal fuoco dell’inferno...".
Pontoppidan dichiarava inoltre di aver notato che le espulsioni dell’animale "intorbidivano le acque", si confermerebbe pertanto la tesi del Calamaro Gigante.
L’animale ha acquistato notorietà a livello planetario a seguito del romanzo di Giulio Verne "Vingt mille lieues sous les mers", serializzato dal marzo 1869 al giugno 1870 sulla rivista quindicinale di Pierre-Jules Hetzel, "Magasin d'éducation et de récréation", ed in seguito in volume nel novembre 1871, edizione deluxe in ottavo contenente due carte geografiche e 111 illustrazioni di Alphonse de Neuville e Edouard Riou.
La prima edizione italiana, datata 1873, stampata dalla Tipografia editrice Lombarda di Milano, ne è la copia fedele.


La prima edizione italiana in brossura

Si dice che Verne abbia tratto ispirazione per la sua opera dal capitano Bouyer, comandante dell'Alecton che per primo, sulla rotta della Guyana, avvistò Il mitico animale, nei pressi delle Isole Canarie.
Ne è la riprova un passaggio del romanzo in cui l'equipaggio del Nautilus cita l'avvistamento del mostro.
Verne descrive magistralmente l'aspetto della creatura suscitando una sensazione di claustrofobico terrore e rendendo in tal modo partecipe il lettore che lotta con l'immaginazione a fianco del capitano Nemo.

Di seguito alcune illustrazioni contenute nella prima edizione

"...Innanzi 'a miei occhi si agitava un orribile mostro. degno di figurare nelle leggende teratologiche. Era un calamar di dimensioni colossali, che aveva otto metri di lunghezza, e camminava rinculoni con estrema rapidità nella direzione del Nautilus....Le sue otto braccia, o meglio i suoi otto piedi, impiantati sul capo avevano uno sviluppo doppio del corpo e si contorcevano siccome la capigliatura delle furie."


"...Il Nautilus era allora risalito alla superficie delle onde. Uno dei marinai posto sugli ultimi scalini svitava le chiavarde dello sportello. Ma non appena le madreviti furono tolte, lo sportello si sollevò con estrema violenza, tratto evidentemente dalla ventosa di un braccio di polipo. Subito uno di quei lunghi bracci scivolò come un serpente, per l'apertura, e venti altri si agitavano al disopra. Con un colpo di accetta il capitano Nemo, tagliò quel formidabile tentacolo, che rotolò sugli scalini contorcendosi..."


"...Il disgraziato era perduto; chi poteva strapparlo a quella stretta poderosa? Frattanto il capitano Nemo si era precipitato contro il polipo e di un colpo d'accetta gli aveva ancora reciso un braccio..."


Della prima edizione italiana di "Ventimila Leghe sotto ai Mari"
esiste anche una versione lusso con tre varianti di copertina