* PER LETTORI FILOLOGI *
(Testo di Loris Rambelli)

Oggi, 16 settembre 2021, Franco Cannarozzo, noto ai lettori di gialli come Franco Enna, compirebbe cento anni. Il nom de plume gli fu suggerito, nel 1955, da Alberto Tedeschi, direttore dei Gialli Mondadori: "Franco Enna è corto, facile da ricordare, suona bene e poi fai onore alla tua città natale". In quanto a pseudonimi stranieri, lo scrittore ne ha usati un’infinità, fin dagli esordi della sua carriera di giallista, prima ancora di conoscere Tedeschi; forse non riusciremo mai a scoprirli tutti. Ma oggi, giorno del suo compleanno, vorremmo ricordarlo segnalando un caso più unico che raro nella sua ricca produzione di narrativa poliziesca.

Se possedete questo giallo di Conrad A. Roberts, La carne viva, nell’edizione milanese Giumar del 1959, fatene conto: all’interno della collana "Gialli Giumar", che pubblicava scrittori americani, fra cui Ed McBain, rappresenta un’eccezione, è l’unico romanzo di autore italiano, nonostante che nel verso del frontepizio si riporti, come titolo originale, Silent Cry, e addirittura il nome della traduttrice, Anna Franchi. Infatti Conrad A. Roberts è uno dei tanti pseudonimi di Franco Enna, forse il suo preferito, quello che riservava ai romanzi di ambientazione americana cui teneva di più, come, per esempio Amica Browning ("I Gialli Segreti", n. 1, 1958).


Se possedete un’edizione del romanzo Il volto nudo, questa volta firmato con il nome d’arte italiano di Franco Enna, siete fortunati. Potreste averlo nell’originale edizione Broadway, Roma 1960 (n. 16 della serie "Homicide Squad"), oppure in una delle ristampe successive riciclate e ricopertinate. Non ha importanza, il testo non cambia.


Copertina di Carlo Jacono


Esemplare con fascetta pubblicitaria e firma dell'autore

Se poi sugli scaffali della vostra libreria si trova anche l’antologia Brivido all’italiana, (Zillitti, Parma 1962), che raccoglie quattro romanzi di Enna, fra cui Il volto delle favole, ed è quest’ultimo che ci interessa, siete a cavallo, potrete mettere alla prova le vostre attitudini filologiche. È stato Leonardo Sciascia, in un saggio del 1953, a osservare che i lettori di gialli sono potenzialmente dei filologi. E sarà una cuccagna per voi, perché i tre romanzi finora citati non sono che tre varianti di uno stesso romanzo, tre diversi sviluppi della trama intorno ad un nucleo centrale comune.

Il protagonista, che narra la storia in prima persona, non è un poliziotto, non è un investigatore privato, non è un giornalista: è un uomo comune, che vuole rintracciare il fratello minore di cui non ha più notizie, e nel corso delle sue ricerche si imbatte in un mistero sempre più intricato. Assume perciò il ruolo del detective, ma non per assicurare colpevoli alla giustizia, bensì per scoprire, dentro di sé, una verità che dia risposta agli interrogativi sul senso la propria esistenza.

Nel primo romanzo, in ordine di pubblicazione, La carne viva, la storia è ambientata in California, precisamente a San Diego. Inizia così:

Non ci mettevo piede da vent’anni. Il suo ricordo portava nella mia memoria lunghe strade livide sotto la pioggia e la stretta della mano di mio padre. Lui amava San Diego.

Il secondo romanzo, Il volto nudo, è ambientato in Sicilia, precisamente a Palermo. Nella trasposizione geografica, gli Stati Uniti diventano l’Italia; la California, la Sicilia; Chicago, Milano; San Diego, Palermo; Sierra Caliente, Trapani. L’inizio è in parte modificato:

Rivedevo la città con una profonda emozione. Erano quasi vent’anni che non ci mettevo piede, e il suo ricordo, in tutto quel tempo, mi aveva fatto soffrire, mi aveva portato scene d’amore e di dolcezza che ormai non avrei più rivissuto.

Il terzo, Il volto delle favole, il più complesso (e il più ambizioso sul piano della scrittura), conserva la stessa ambientazione del Volto nudo, ma segue più da vicino l’intreccio della Carne viva.

Non ci mettevo piede da vent’anni. Il suo ricordo portava nella mia memoria lunghe strade livide sotto la pioggia e la stretta della mano di mio padre. Lui amava Palermo.

Come si vede, ritorna l’incipit del primo romanzo, lapidario e suggestivo. Un endecasillabo dà l’avvio alla narrazione, Non ci mettevo piede da vent’anni, così come da un un novenario, Quel ramo del lago di Como, prende l’avvio il romanzo di Manzoni, si parva licet...

Non entro in particolari per non togliere ai lettori filologi, cui è dedicato questo breve ricordo, il piacere della scoperta. Mi limito a dire che Il volto nudo rappresenta, forse, la versione più commerciale, diciamo così, quella che più poteva adeguarsi ai gusti del pubblico di allora, attraverso gli stereotipi del sesso e della violenza, secondo un modello alla Spillane, per fare un cattivo esempio. Le psicologie dei personagggi ne risultano impoverite. Fra l’altro non vi compare la sorella del protagonista, Maud, nella versione californiana, Michela in quella siciliana del Volto delle favole, dove finisce col diventare la vera protagonista, figura tragica che si staglia sullo sfondo della metropoli palermitana, allontanandosi sempre di più dall’immagine fiabesca legata all’infanzia e all’adolescenza trapanese.
Nel Volto delle favole la terra di Sicilia non è semplicemente uno scenario, ma una realtà che appassiona l’autore. "Ogni singolo scrittore siciliano" ha osservato una volta Walter Moretti "fa una teorizzazione della Sicilia come unità spirituale diversa e a sé stante". Molto significativo, a questo proposito, è il personaggio del giornalista, marito di Michela, che ritorna mutilato dalla guerra. Infine, nel Volto delle favole è evidente l’intenzione di trasfondere nel romanzo giallo le tematiche della grande narrativa siciliana, da Verga a Tomasi di Lampedusa: l’ineluttabilità del destino, la lussuria come germe di un male oscuro, l’assurdità dell’esistenza. "Avevo l’impressione di essere sporco e che tutto attorno a me fosse contaminato da un mostruoso male", afferma, alla fine, il protagonista. Oggi si definisce "noir" una siffatta visione pessimistica del mondo.

Quale era il vero volto del bene? Quale il vero volto del male? Le umane favole crollavano con gli uomini, nel morire di ciascuno.

Nota bibliografica

Per completezza di informazione, La carne viva fu ristampato nel 1962 col titolo Ragazze da mille baci nella collana "I Gialli del Drago", n. 2. L’ultima ristampa del Volto delle favole porta il titolo di Donna onorata; risale ai primi anni Settanta, quando Mario Monti rilanciò Franco Enna nei "Gialli Longanesi" con le nuove inchieste del commissario Sartori e del maresciallo Lo Cascio, insieme con la riproposta dei polizieschi anni Cinquanta e Sessanta (e l’introduzione di nuovi pseudonimi, Donald Baron, Edward Kanin...).

16 Settembre 2021