* L'ARCHIVIO ALDA TEODORANI *
(Testo di Loris Rambelli)

Uno dei miei primi ricordi di Alda Teodorani risale all’anno 1990. Il Mystfest di Cattolica celebrava il centenario della nascita di Agatha Christie e la casa editrice Sellerio stava per pubblicare (avvenne in giugno) il primo romanzo di Carlo Lucarelli, Carta bianca, con la prima inchiesta del commissario De Luca.


Alda con il gatto Pumino in una locandina del dicembre 2015

Andavamo a Bologna, in macchina: Carlo Lucarelli, Alda Teodorani e io. Mordano-Massa Lombarda-Bologna, via San Vitale. Andavamo a incontrare Loriano Macchiavelli, che allora lavorava in Cineteca. Carlo e Alda volevano proporgli di creare una specie di associazione o comunque stabilire una rete di contatti fra scrittori e grafici emiliano-romagnoli che coltivavano la narrativa di genere nelle forme del racconto e del fumetto. Loriano, che nei primi anni Ottanta era stato l’animatore del Sigma (Scrittori Italiani del Giallo e del Mistero Associati) e che si è sempre prodigato per favorire la collaborazione fra autori italiani, accettò l’invito.

"Si sono presentati e hanno detto: Ci piacerebbe costituire un gruppo. Abbiamo stessi interessi e andiamo dalla stessa parte. Ci stai anche tu?. È da un po’ che non sono più giovane, ma ci sono stato." Così Macchiavelli su "L’Unità (Emilia-Romagna)" del 5 agosto 1990, presentando ai lettori alcuni racconti dei suoi nuovi giovani amici: due di Lucarelli, due di Alda Teodorani, due di Marcello Fois, uno di Gianni Materazzo, uno di Nicola Ciccoli, uno di Massimo Carloni, illustrati da Mannes Laffi e Claudio Lanzoni. Nacque il Gruppo 13.


Il Gruppo 13 in un disegno apparso sul periodico bolognese "Mongolfiera"
nel dicembre 1991

Poi Alda, per motivi suoi personali, all'improvviso si trasferì a Roma. Fu così che Loriano Macchiavelli temette (erroneamente) di avere fatto su di lei una cattiva impressione. E fu così che nel Gruppo 13 rimasero in dodici, come ognuno può facilmente constatare contandoli: si veda l’antologia I delitti del Gruppo 13, Metrolibri, Bologna 1992.

Ora Alda Teodorani ha donato alla biblioteca "Carlo Venturini" di Massa Lombarda (Ravenna), sua città natale, una preziosa raccolta di circa mille pezzi, che documenta non solo la sua produzione di narratrice e traduttrice, ma gran parte dell'attività editoriale da cui sono nati e si sono sviluppati in Italia il genere horror, noir e neo-noir dagli anni Novanta a oggi. Oltre alle sue opere, sono infatti conservate recensioni, saggistica, manifesti, locandine, fotografie, lettere (molto interessanti quelle di Patrizia Pesaresi e di Pupi Avati), il tutto sistematicamente descritto nel volume di Giulio Ciancamerla, Scritture e percorsi letterari. L’archivio Alda Teodorani, Future Fiction, Roma 2021.


A sinistra copertina del romanzo horror fantascientifico, Belve,
prima edizione Addictions, [Milano] 2003,
a destra la seconda edizione Cut-up, La Spezia [2011]

"Il libro che forse amo di più: c’è tanto di me
e della mia personale visione dell’umanità e della bestialità"
(Alda Teodorani)

9 Ottobre 2021